venerdì 11 novembre 2011

Che cosa è un ricordo? ...5 anni dopo... - 28/08/11


Ho avuto una brutta sensazione. 


All'età di 6 anni ero una bimba molto paurosa. Avevo paura del buio, degli insetti, di essere rapita. Mia mamma è sempre stata una persona molto apprensiva e si era attaccata in modo molto morboso a me, sua unica figlia. Per i primi anni della mia vita non sono mai uscita di casa, se non con mia mamma. Non volevo uscire nemmeno con mio papà. Ricordo che anche solo fare un giro in macchina per il paese mi creava malessere e mi veniva un tremendo mal di pancia. Avendo una casa a più piani, mia mamma ebbe la bella idea di comprarmi un cane penso cosi che, affezionandomi, non avrei avuto più paura di salire o scendere le scale di casa insieme al mio amico a quattro zampe. E così è stato. Quante corse nel prato mi sono fatta con Scheggia. Quando mangiavo un gelato, lasciavo sempre a lui il fondo cioccolatoso della parigina e lui mi guardava contento. D'inverno, quando spesso mi ammalavo, lui rimaneva sul letto di camera mia a coccolarmi finchè non guarivo. A carnevalo una volta l'avevo vestito da pagliaccetto.


Nella mia camera conservo ancora degli album fotografici di me con lui e sulla bacheca in legno ho appeso due sue foto tra le più belle. Non mi sono mai fermata a guardarlo negli occhi, cosa che non faccio più ormai da 5 anni, dal giorno della sua morte. Era un mercoledi. Era l'8 dicembre e mi ero appena infilata le scarpe per andare a scuola. Lui si metteva sulla spalliera del divano e guardava me e mia mamma, agitando la coda, mentre noi lo salutavamo e chiudevamo la porta per andare a scuola. Non sapevo quella sarebbe stata l'ultima volta, l'ultimo saluto, l'ultimo sguardo.


Quello stesso giorno tornai a casa alle due del pomeriggio dopo una normalissima mattinata scolastica tra interrogazioni e verifiche, risate e lezioni. Mio papà mi diede la notizia: era uscito dal cancello di casa e alla rotonda poco più  avanti un'automobile l'aveva urtato facendogli picchiare la testa. Mia mamma, vedendo il cancello aperto aveva iniziato a chiamarlo. Lui era tornato a casa, zoppicando e cadendo svenuto. La corsa al veterinario era stata vana.


Oggi, rivedendo quelle fotografie che ho attaccato qualche mese fa al muro con un gesto quasi automatico, guardo gli occhi del mio cane che ho amato alla follia e che è stato per me come un fratello, come un compagno di vita. Guardo i suoi occhi neri che sembrano dirmi "ti ricordi di me? ti ricordi quello che facevamo insieme, quante ne abbiamo passate?". E io non riesco a trattenere il suo sguardo. Abbasso gli occhi vergognata.


Non lo riconosco. E' come se fossero passati 50 anni da quel giorno. Dentro di me non riconosco più quel cane; è come se non fosse mai stato mio.


Ecco il perchè della domanda "che cos'è un ricordo? Qualcosa che hai o qualcosa che hai perso per sempre?". Dovrei rispondere "qualcosa che ho perso per sempre". Quali sono i ricordi, le sensazioni che mi rimarranno sempre impresse dentro? 


E ho paura, così, di rimanere un involucro di esperienze vuote...



 


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